Tutti i paesaggi sono perduti

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ANNALISA METTA

Venerdì 8 novembre | ore 18.00-19.30
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Tutti i paesaggi, sempre, ovunque, che si voglia o no, che piaccia o no, cambiano continuamente, sono operati e operano se stessi. Poiché continuamente si trasformano, altrettanto continuamente svaniscono, ossia incessantemente vengono meno per farsi altro, si dissolvono per diventare altrimenti, spariscono e nascono. Per questo i paesaggi continuamente si perdono, poiché sono instabili e transitori. Non è una dichiarazione di resa, ma il riconoscimento di un’evidenza che ha il sapore e il senso di un rilancio, perché il perdersi è, in fondo, un eterno e inesausto cominciamento. Perciò i paesaggi si perdono e ci chiedono di pronunciarci sulla differenza tra generazione e degenerazione, tra ciò che è degradante e ciò che è qualificante, tra la fine e l’inizio. Dire che tutti i paesaggi sono perduti significa ammettere che nessuno lo è mai del tutto, perché nessun paesaggio è mai finito, esaurito, esausto, ma è sempre dentro un processo trasformativo in cui non vi è mai fine ma solo mutazione, in cui ogni fine è sempre il principio di qualcosa. Tutti i paesaggi sono perduti, perciò sono immortali.
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Annalisa Metta, architetta e paesaggista, è professoressa di architettura del paesaggio all’Università Roma Tre, dove insegna teoria e progetto del paesaggio urbano contemporaneo. È autrice del libro “Il paesaggio è un mostro. Città selvatiche e nature ibride”.